Tuesday, August 11, 2015

Limbo, Melania Mazzucco (Italiano) - La letteratura come schiaffo

LimboMelania Mazzucco e' la migliore scrittrice italiana che io conosca. E' un'autrice con le palle, che scrive con la ferocia di Edward Bunker e la profondità cruda di McCarthy. Che sia chiaro: dietro lo stile elegantissimo, l'architettura magistrale, l'orecchio perfetto per ogni voce e l'accuratezza dei particolari, c'e' una bestia feroce che spinge al massimo fin dentro al punto piu' intimo della nostra essenza di esseri umani. La verita' nei suoi romanzi assume contorni vivissimi e una forza brutale.

No bullshit. Niente cazzate. Niente opinioni. Solo vita. Realta'. Umanita' nudissima e crudissima.
 

Il suo "Vita" e' splendido, ma e' "La lunga attesa dell'angelo" che mi ha lasciato letteralmente a bocca aperta, non credevo che lo si potesse scrivere, un libro cosi' vivo.

A questo punto, non la leggo piu' tanto per gli argomenti che tratta o per le storie che racconta: tanto piu' che non mi interessa leggere di una coppia omosessuale che adotta un bambino (tema del suo ultimo romanzo). Tutto lascia pensare che si sia finalmente lasciata andare alla tentazione di saltare nel dibattito politico, del dire la propria, in un'Italia divisa fra difensori ad oltranza della famiglia (a destra) e relativisti per cui tu il tuo sesso te lo scegli, non ci sei nato (a sinistra). Ma so gia' che il libro lo leggero' lo stesso, perche' ormai ho il bisogno fisico di leggere quella voce cosi' potente e brutale. Non se ne trovano tante nel panorama letterario internazionale. E poi ho l'impressione - e spero - che abbia scelto quel tema perche' era alla ricerca di nuovi orizzonti narrativi da esplorare, e non perche' voleva un argomento politico per il quale schierarsi.

Cerco di spiegarmi: mentre uno scrittore mediamente bravo riesce ad immergere il lettore nei pensieri profondi e nello spirito di un personaggio, e lascia al lettore una certa liberta', o una sensazione di comodita' nell'immaginare un personaggio e farlo proprio, la Mazzucco senza che tu te ne accorga ti da' uno schiaffo, ti dice "sveglia!", ti prende per i capelli e ti trascina dentro al personaggio, e quando ti sembra di toccare il fondo, ti porta a scavare ancora piu' in profondita', a sentire fisicamente il corpo del personaggio, le ascelle, i peli, il sesso, le funzioni biologiche. Fino a quando l'individualita' costruita nel romanzo diventa quasi piu' vibrante e palpabile delle persone che ti stanno accanto, dei tuoi familiari. 


In altre parole, questa non è una lettura di evasione, e neppure un libro di denuncia o di quelli che fanno inorridire per cercare di mandare un messaggio. No, in Limbo il lettore si sente preso in causa, coinvolto nel profondo, proprio come dovrebbe essere quando parliamo di vera e propria Letteratura. 

Ecco, in una parola: profondità. Una qualità di un romanzo che non si può misurare scientificamente. Tanto che qualcuno legge Baricco e si azzarda a dire che è "profondo". Ah! Bella questa. Il vanaglorioso re dei superficiali. Be', lasciamo stare. Ecco, Melania Mazzucco è il contrario di Baricco: è un'autrice profonda. Qualsiasi argomento ci presenti.

Questo e' un romanzo su una donna italiana che si arruola nell'esercito, combatte in Afghanistan come maresciallo, viene ferita e vive la sua riabilitazione a Ladispoli come in un limbo, ne' viva ne' morta. Qui conosce un uomo che e' in una specie di limbo anche lui, se pur molto diverso. E' chiaro che le maniere di scrivere un romanzo cosi' e farlo risultare un orribile, illeggibile mattone sono infinite. Anzi, diciamo pure che la trama non promette bene, quando la leggi riassunta cosi'.

Ma a differenza di un "romanzo qualunque", qui il linguaggio e la forma narrativa diventano strumenti non usati per abbellire la realta' o per renderla piu' piacevole, simpatica, o tollerabile. Sono, al contrario, strumenti che l'autrice usa per acuire i sensi del lettore e stimolarlo a vedere la realta' con occhi piu' aperti, a gettare fasci di luce abbagliante su angoli della vita che sono in ombra o che noi stessi manteniamo nell'ombra per paura di guardare cosa c'e' li'.

Credo non ci sia niente di meglio, o di piu' utile, che la letteratura possa fare. Essere uno schiaffo. Svegliare il lettore, anche se solo per un'ora o due.

Ecco cosa intendo quando dico "feroce" e "brutale": la Mazzucco scrive con i controcoglioni, non ha paura di niente. Non c'e' abbellimento, non c'e' trucco, ombretto o fard. C'e', pero', l'attenzione costante alla poesia delle cose vere - e del linguaggio (altrimenti ti guarderesti un documentario o ti leggeresti un reportage).

Esempi: "la grana scettica della voce". "Le onde continuano a brucare la sabbia". Oppure la descrizione di un'alba nascente, vista dal fondo di una gola in Afghanistan: "C'era odore di cordite e fumo. Il sole disegnava una chiazza gialla sul dente più alto della montagna. La luce camminava veloce sulle rocce, l'ombra regrediva".

E' chiaro che, in mano ad una scrittrice di questo spessore, qualsiasi narrazione diventa un corollario a quello che e' il vero cuore pulsante del romanzo. Certo, e' molto interessante leggere di una donna soldato in Afghanistan, ma non e' la storia la cosa piu' importante. 


E' la voce. La personalita' dell'autrice. E' questo, credo, che Alberto Asor Rosa intende dire quando dice che "i libri di Melania Mazzucco sono la vita stessa". Non e' un'iperbole azzardata. E' vero: non sono storie, non sono romanzetti, e' una voce che ti entra nel midollo, e che ti fa fare i conti con te stesso.

Ho letto la recensione di Asor Rosa su Repubblica, e un commento che lui fa è che "il giudizio storico-politico corre dietro la facciata compatta del libro, possiamo indovinarlo". Non sono affatto d'accordo. Anzi, parte della forza del romanzo è proprio l'assenza totale di giudizio da parte del romanzo stesso, mentre i giudizi vengono dati dai vari personaggi. Su questo punto, quindi, non sono d'accordo con Asor Rosa (detto anche Onip Pino).

Credo fermamente nella legge di Sturgeon, per cui "il 90% di tutto e' merda", soprattutto quando applicata al mondo dell'editoria moderna. E quindi mi dispiace un po' che questi romanzi cosi' meravigliosi e importanti rischino di confondersi, sugli scaffali di una libreria, con tutta la merda che si stampa e si vende di questi tempi.

E scusate per il mio, di linguaggio, ma spero di essere riuscito a comunicare la mia passione per questa scrittrice

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